Introduce e modera
Paolo Brogi, giornalista
Intervengono
Sergio Bontempelli
Liana Borghi
Alfonso Maurizio Iacono
Adriano Prosperi
Saranno presenti Silvia Chiletti e Vinzia Fiorino
Scritto nel 1952, in pieno processo di decolonizzazione, questo saggio di Frantz Fanon analizza con rigore e finezza i meccanismi di oppressione politica e psicologica riservati all’uomo di colore. Una scrittura capace di restituire la fisicità delle sofferenze, una riflessione che si spinge fino a un obiettivo preciso: «liberare l’uomo di colore da se stesso». Liberarlo dal circolo infernale in cui lo sguardo bianco lo ha costretto, dal cuneo dell’inferiorità in cui lo ha incastrato. Libro dal valore profetico e di ribellione radicale, che non indugia sulle identità del “Negro”, che respinge la negritudine, che preferisce porre interrogativi a chi ripropone e impone le ragioni della separatezza e della gerarchia del colore. Questo capolavoro della letteratura del ’900 è ora disponibile in una traduzione aggiornata. Un saggio toccante, un’andatura stilistica che smuove le radici profonde del malessere attuale di fronte alla sfida delle alterità.
Frantz Fanon (1925-1961) è stato psichiatra, scrittore, filosofo, nativo della Martinica, noto per il suo impegno anticoloniale. Universalmente conosciuta la sua opera I dannati della terra.