Omicidio a Road Hill House

Kate Summerscale, Einaudi, 2008 

summerscale.jpg

Il titolo italiano del libro di Kate Summerscale, “Omicidio a Road Hill House” fa pensare, nella sua asciuttezza, a un classico libro giallo o mystery. Nella versione originale il doppio titolo The Suspicions of Mr Whicher or The Murder at Road Hill House”, pur mantenendo una maggiore ambiguità e mettendo al centro la figura del detective, rimanda esplicitamente dalla letteratura di fiction poliziesca o al noir.

Le premesse della storia si adattano perfettamente al più classico dei gialli. Un brutale infanticidio scuote, nel 1860, la comunità di Road Hill e tutta l’Inghilterra. Saville Kent, figlio di quattro anni di una agiata famiglia borghese, viene rapito dal suo letto e sgozzato senza un apparente motivo. La mancanza di segni di effrazione fa ricadere i sospetti sulla famiglia Kent e sulla servitù e determina una situazione in cui uno qualunque dei personaggi descritti minuziosamente da Summerscale può essere l’assassino. La quasi totale mancanza di indizi mette il detective londinese Mr. Whicher (e il lettore) davanti al più complesso dei rompicapi.

“Omicidio a Road Hill House” non è, tuttavia, un romanzo. Se le premesse suonano così familiari è perchè, sostiene l’autrice, dalla vicenda della famiglia Kent, dallo scandalo e dal fascino che ha suscitato nell’Inghilterra vittoriana, nasce il moderno romanzo poliziesco e l’idea stessa del detective. 

Difficile dunque definire il libro. I tasselli che compongono il complesso mosaico dell’assassinio sono frutto di ricerche d’archivio minuziose, su fonti che vanno dai giornali dell’epoca, alla letteratura della seconda metà dell’Ottocento (Dickens, James, Collins e svariati minori), agli atti dei vari processi che sono seguiti all’assassinio. Le biografie dei personaggi (non solo quelli principali) sono ricostruite nel dettaglio, dalla nascita alla morte. L’omicidio di Road Hill è il fulcro dal quale si dipanano le riflessioni storiografiche dell’autrice su vari aspetti della società vittoriana: dal ruolo del detective nell’immaginario collettivo al successo popolare della detective story, dalla famiglia (con una particolare attenzione al concetto di “domesticità”) al ruolo della donna.

Anche la definizione del libro secondo canoni storiografici non appare però esaustiva. In primo luogo per la  mancanza di riferimenti a fonti secondarie e al dibattito storiografico sulla società vittoriana: il mondo di Road Hill è un mondo “chiuso”, nel quale entrano solo gli elementi legati alle vicende dell’omicidio o dei suoi attori. L’omicidio è l’unica chiave di volta dell’interpretazione che l’autrice dà della società vittoriana. Anche una prospettiva istintivamente microstorica come quella adottata da Summerscale richiede un confronto con la realtà più ampia del periodo, pena la debolezza e scarsa verificabilità di molte delle conclusioni dell’autrice.

L’operazione di Summerscale consiste, fondamentalmente, nel vestire i panni del detective e nel presentare al lettore, soprattutto nella prima parte del libro, i fatti come potevano essere apparsi a Mr. Whicher, non solo nell’espletamento delle sue indagini, ma anche nella lettura dei giornali, nel suo confronto con l’opinione pubblica e con le autorità, nei rapporti con la famiglia Kent. Al contrario di quanto farebbe uno storico, Summerscale, nel ricostruire quella particolare porzione di storia vittoriana, vuole fornire un’ambiente nei dettagli del quale l’autore e il lettore si possano muovere e formare autonomamente un’idea dell’identità dell’assassino. Questo, forse, è l’elemento più propriamente di fiction dello scritto. Di qui le difficoltà di definizione:  “il vero lavoro del detective è l’invenzione di una trama”, scrive l’autrice. Ma questo si può dire anche del romanziere e dello storico.

Le lunghe citazioni letterarie e giornalistiche, sebbene interessanti, appesantiscono a volte il ritmo dello scritto e in alcuni casi il gusto dell’autrice per il dettaglio minuto appare poco giustificato sia dal punto di vista della ricostruzione che dal punto di vista della trama (il fatto che, insieme al neonato Whicher, fossero stati battezzati anche “i figli di un ciabattino, di un carpentiere, di due conduttori di carrozze, di un flautista e di un bracciante” aggiunge poco alla lettura). Sul piano concettuale è a volte difficile capire se la sensazione di essere immersi in un libro giallo sia da imputarsi alle caratteristiche della vicenda e ai suoi influssi sulla letteratura successiva o se sia invece la lo stile di Summerscale che a tratti si adegua alla tradizione del genere letterario.

La lettura è tuttavia, nel complesso, piacevole e il lavoro di ricerca sul caso della famiglia Kent è senza dubbio enorme e condotto con esaustività. Le considerazioni storiografiche di Summerscale sono, a prescindere dalla loro verificabilità e da una certa ripetitività, intelligenti ed evocative. 

Sarebbe tuttavia inclemente una qualsiasi critica che si fermi soltanto agli aspetti romanzeschi o a quelli storiografici. La natura “meticcia” del libro ne genera sia i difetti che i pregi. L’illusione che esso  riesce a dare al lettore di avere davanti a sé, prima della risoluzione della trama, tutti gli elementi con cui comporre un puzzle complesso e intrigante è un pregio che non stonerebbe né in un libro di storia né in un romanzo poliziesco.

Federico Mazzini

Posted on February 2, 2013 .