L’histoire culturelle: un «tournant mondial» dans l’historiographie?

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Philippe Poirrier (sous la direction de), Dijon, Editions Universitaires de Dijon, 2008 

Dopo aver curato nel 2004 un libro su Les enjeux de l’histoire culturelle tutto incentrato sul paesaggio storiografico francese, Philippe Poirrier allarga opportunamente il suo sguardo verso una dimensione più ampia con un volume collettaneo sui diversi percorsi della storia culturale in dodici diverse situazioni nazionali; casi più noti come quello inglese o francese e altri quasi sconosciuti come il caso svizzero, rumeno, belga.

Su sollecitazione del curatore i saggi tentano un bilancio dello stato dell’arte nei vari paesi che include sia un percorso di lungo periodo sulle matrici culturali che innervano i diversi percorsi nazionali, sia un’analisi delle suggestioni esterne di volta in volta prevalenti, sia infine uno sguardo alla dimensione istituzionale che la storia culturale ha assunto o meno nel panorama scientifico e accademico preso in considerazione. Il quadro che ne emerge è di notevole interesse soprattutto poichè mostra percorsi, letture e appropriazioni diverse della svolta antropologica e linguistica degli ultimi decenni. Se una consolidata istituzionalizzazione e quasi una egemonia degli studi di storia culturale nel panorama complessivo degli studi storici si registra oggi solo negli Stati Uniti, in Canada, e, almeno in parte, in Francia, indici di una crescente presenza della storia culturale si avvertono in quasi tutti gli ambiti considerati anche se, come fa notare opportunamente Roger Chartier nella postfazione, si tacciono qui le critiche anche feroci che hanno continuato a colpire in questi anni i suoi diversi sviluppi, spesso percepiti come concorrenti rispetto ad altri approcci storiografici più consolidati. Diversi e anche talvolta inaspettati i terreni di incubazione di questa crescita, che ovviamente incidono sui suoi orientamenti prevalenti: la storia dell’educazione in Brasile, dove la categoria di « pratica delle lettere » in ambito coloniale ha trovato molti possibili sviluppi ; o la rilettura della Seconda guerra mondiale e della cultura politica del primo Novecento in Svizzera, in cui hanno giocato un ruolo non marginale alla fine degli anni Novanta alcune iniziative del governo federale stesso; o un’attenzione di lungo periodo per i temi della cultura materiale e dell’etnografia rurale nei paesi scandinavi. Ma è la storia stessa ad aver lasciato tracce che hanno costituito nei diversi paesi anche opportunità particolari di analisi. Così nei paesi che hanno avuto un’esperienza forte di Inquisizione (l’Italia e la Spagna prima di tutto) l’approccio con il corpus delle fonti censorie e processuali ha effettivamente costituito un laboratorio di estremo interesse per l’ analisi della produzione di discorsi identitari costruiti sul crinale di norme collettive e strategie individuali. Al costituirsi dei diversi percorsi nazionali non sono estranei infine – come si mette qui in luce -  anche le scelte e le strategie delle case editrici in materia di traduzioni, che hanno consentito nei vari casi un contatto più o meno precoce con i testi per così dire classici o fondanti della nuova storia culturale.

Carlotta Sorba

Posted on February 2, 2013 and filed under Letture.